Associazione per una Rivoluzione Democratica
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Messaggio  aldo zanchetta Mar 14 Apr 2009, 12:28

Alle e ai componenti del coordinamento dell’ARD

Care e cari amici

Alcune brevi note dall’esterno del coordinamento in vista della vostra prossima riunione.

Parto dal verbale di Stefano della prima riunione con alcune osservazioni banali.

Una nota organizzativa : non ho avuto il modulo di adesione e non ne ho più sentito parlare. Che fine hanno fatto questi moduli? C’è qualcosa da mettere a punto.

Ho assistito al ritorno del dialogo sulla lista mentre dal verbale risulta che raccomandate, giustamente, l’uso del Forum, che certamente è più razionale e ordinato. Come rendere più efficace la vs raccomandazione?

Punto 2 del verbale: è tronco sulla fine: Stefano può completare? (Un comitato redazionale i cui membri ?????) Io credo che il progetto del sito sia un fattore chiave del ns augurabile successo e mi auguro che esso possa vedere la luce proprio a maggio-giugno come ipotizzato.

Vengo ora a una riflessione più impegnativa: la trappola della autoreferenzialità cui possono contribuire, ma non solo, il “compiacimento accademico” e le formule e i riti identitari della “militanza di professione”. Forse una riflessione ulteriore in proposito dovrebbe essere fatta analizzando queste prime settimane di dialogo e nei lavori di gruppo. Siamo sempre riusciti a darci uno stile di dialogo veramente aperto e tollerante delle diversità? I responsabili di almeno tre dei gruppi lamentano una scarsa partecipazione al dialogo. E’ solo pigrizia o, almeno nei due gruppi cui partecipo, non c’è qualche ingranaggio da lubrificare meglio?

Nel nostro Manifesto abbiamo scritto:

Occorre guardare e comprendere la realtà attraverso le analisi e i contributi più diversi, capaci di seguire la rapida evoluzione in atto al fine di elaborare proposte adeguate, da verificare sul campo, al di fuori di vecchi ideologismi.

Cosa significa questo nella pratica ? Non certo che qualunque posizione su qualunque tema possa andare bene se presentata come orientamento del movimento. Ma neppure che nella discussione dei gruppi non si debba accettare la regola base del dialogo: la disponibilità a pensare che le idee dell’altro che sono diverse dalle mie possano modificarmi. Il dialogo deve consentire la coesistenza di punti di vistra differenti. Altrimenti non è dialogo. Non si può escludere a priori che il proprio patrimonio culturale non possa venire contaminato da altre visioni e altre argomentazioni. Non entro in esemplificazioni di stonature che mi pare di aver rilevato (almeno in questa sede) per non alimentare polemiche, ma su alcune affermazioni di alcuni avrei da ridire e forse certe chiusure rigide non hanno incoraggiato il dialogo. Quindi un invito a una riflessione ulteriore su quanto abbiamo scritto nel Manifesto. In sintesi : quanto dissenso, e su quali cose, è tollerabile all’interno di Ard? Sarebbe facile rispondere che il Manifesto esprime le posizioni “ufficiali” dell’Associazione. Bene, ma abbiamo anche scritto che:

Ci prefiggiamo di superare, al nostro interno e con gli altri, l’ autoreferenzialità, fonte di conflittualità permanente ed esiziale per il raggiungimento degli obiettivi espressi. Siamo coscienti che oggi sono necessarie idee forti, espresse con chiarezza ma anche con modestia, restando aperti al confronto e alla collaborazione con chiunque, in forme anche diverse, si muove nella nostra stessa direzione.

E abbiamo ripetutamente affermato che il Manifesto stesso è “evolutivo” e aperto. Come realizzare meglio un equilibrio, certo difficile, fra una necessaria identità dell’ Associazione e un dialogo più aperto?

Ma vedo un’altra difficoltà importante da superare per l’espansione del movimento : quella del nostro modo di dialogare, talora oscuro, che da per scontati certi percorsi o conoscenze, oggettivamente difficile per persone di cultura e intelligenza normale. E infine talvolta anche supponente (in alcuni, fortunatamente pochi, casi), Credo che qui occorra fare un grande, grande sforzo di immedesimarsi negli altri e della necessità di realizzare un compromesso, non fra “precisione” di contenuti e loro traduzione “svalutata” verso l’esterno, come Stefano ha frainteso replicando a un mio intervento interno al gruppo Tecnoscienza, ma fra linguaggio “dotto” usuale in certi dibattiti che parlano di certi temi e linguaggio da impiegare nel nostro dialogo corrente per renderlo accessibile agli altri. Io stesso ho trovato “ermetici” o certamente poco chiari alcuni discorsi, magari per impiego di parole non correnti per un non filosofo della scienza e un non addottorato nell’economia. Su questo tornerò con più chiarezza all’interno dei due gruppi di lavoro cui partecipo.

Mi pare anche abbastanza chiaro che dobbiamo allargare i 4 gruppi con nuovi partecipanti, credo anche con gente interessata al tema specifico ma non pronta a sottoscrivere l’intero Manifesto. E’ un dato preoccupante che abbiamo avuto poche “new entry” da un lato e qualche abbandono dall’altro. Forse è partendo dai gruppi di lavoro che possiamo crescere numericamente?

Infine: è utopico pensare di programmare nel corso dell’estate una due giorni dei 4 gruppi, parte dedicati a lavoro separato dei gruppi e parte al confronto comune? Credo che ci sia bisogno di più dialogo diretto anche fuori dal gruppo di coordinamento. Il dialogo informatico è necessario e utile ma perverso se non integrato da calore umano.

Buon lavoro

Aldo Zanchetta

aldo zanchetta

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Messaggio  leozaquini Mar 14 Apr 2009, 19:13

Caro aldo cari amici,

vedo con piacere che le riunioni si susseguono. Constato con vero dispiacere che difficilmemnte potro' partecipare!

E' una situazione che, da bravo emigrato, evidentemente conosco.
Una valida soluzione e' quella di organizzare le riunioni con la presenza di una webcam ed un collegamenteo in rete a banda larga (skype, pal talk o altri).
E' efficacissimo!

= = =
Volentieri mi esprimo anche sulla parte piu' "difficile" (la seconda) dell'intervento di aldo e che ritengo molto importante.

Occorre, a mio avviso, tenere presente che:

- la discussione divide
- il fare, e quindi lo scopo pratico, unisce

Le divergenze si incrementano se se ne discute "senza scopo pratico preciso".
La rete, quindi, se non usata con precauzione e sempre mettendo in evidenza uno scopo pratico e' uno strumento molto pericoloso.

Inoltre e' verissimo che "l'apertura" non puo' essere infinita.
Occorre pertanto (ed a questo suggerimento mi spinge di nuovo la mia esperienza in precedenti occasioni) stilare un testo che contenga il "minimo comun denominatore". Piu' breve e', meglio e'.

Di un testo del genere ne ho gia' parlato e lo trovate qui:
www.officinademocrazia.eu

Non la parte "introduttiva" (la prima, in fondo superflua), ma la seconda: quella per punti.
Evidentemente e' solo in esempio.

Puo' pero' rappresentare una traccia.

leozaquini

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