Associazione per una Rivoluzione Democratica
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Messaggio  leozaquini Ven 05 Giu 2009, 09:36

Non dimentichiamo la Cina!

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Anni fa in un forum generico avevo redatto una storia della Cina.
Ne recupero la pagina che concerne i fatti.

Se teniamo alla democrazia occorre che teniamo conto della Cina.

= = =

Faro' in un colpo solo quello che pensavo fosse materia di diverse puntate:

1) la democrazia del muro.
2) il movimento per la democrazia di "Tien an men" (1989).
3) il ruolo del partito, come visto oggi.
4) prospettive ed evoluzioni possibili.

* * * *

Al momento di essere reintegrato in ruoli importanti (e per la terza volta, . . . . o forse quattro? Non ricordo bene) Deng lancia una campagna "ideologica" (anche questa). 1977.

Il tema della campagna verte sul "Criterio di verita'".
Insomma: "quando si puo' dire che una cosa e' vera?". Il partito e' mobilitato a discutere. Ma dal momento che alcuni strumenti della rivoluzione culturale sono ancora in voga, lo sono anche i cittadini cinesi che si esprimono sul "Muro" (a Pechino si trova in un preciso posto).
Ognuno dice la sua: compaiono anche critiche "pesanti".
Si conferma in questo modo una realta' diversa della gestione del potere (confronto ad altre esperienze di regimi "socialisti"): la lotta interna del partito (Deng contro Hua Kuo Feng) viene portata in qualche modo "alle masse" che vengono esplicigtamente coinvolte. Con tutti i rischi per il partito, come per "le masse".
Il fine di Deng e' diverso di quello di Mao (forse speculare, vedremo poi) ma il metodo di conduzione della lotta all'interno del partito in fondo e' la stessa della Rivoluzione Culturale: l'appello alla mobilitazione popolare.
In fondo Deng consolida il metodo.

Qui non resisto a citare Wei, che in quell'occasione ha appiccicato il suo Da Ze Bao (che poi gli e' costasto 14 anni di carcere):
"Occorreva assolutamente che qualcuno uscisse allo scoperto per dirigere il movimento . . . la breccia era aperta, bastava infilarcisi dentro perche' altri seguissero . . . Durante una notte intera dal 4 al 5 dicembre scrissi febbrilmente senza mettere giu la penna. All'alba tracciai l'ultimo carattere del mio testo -la quinta modernizzazione- . . . ero perfettamente cosciente del fatto che Deng aveva tollerato questo spazio del muro della liberta' per il tempo strettamente necessario per la consolidarsi al potere. Aveva bisongo dell'appoggio della strada nel suo braccio di ferro con Hua Kuo Feng . . . alla fine in questo testo non dicevo altro che una cosa semplice: il popolo ha bisongo della democrazia . . . . " [Wei, pag 176].

Come Wei, molte ex guardie rosse, per strade anche diverse, sono arrivate a questa conclusione, la stessa di Wei (lui stesso ex guardia rossa): Basta coivolcerci per vostre beghe, noi scendiamo in campo per dire la nostra, e questo si chiama: democrazia.

IL movimento della democrazia del Muro (detto anche primavera di Pekino) e' stata l'ultima occasione in cui il partito ha mobilitato le masse per appoggiare una lotta interna al partito.

L'occasione successiva ha visto un ribaltamento della situazione: il movimento (finalmente partito autonomamente e non scatenato dal partito stesso) ha generato una lotta interna al partito.

L'immagine che segue denota l'evidente mancanza di ordini precisi ai carristi:


Ecco cosa dice infatti l'interessantissimo "Histoire di PCC" (di rigorosa "fede Denghiana") in proposito [HPCC pag ]:
"Le cerimonie alla memoria di Hu Yaobang" [un dirigente del partito giudicato in favore del processo di democratizzazione, morto per infarto] mise fuoco alle polveri . . . le cerimonie degenerarono rapidamente in manifestazioni politiche . . . IN un attimo una moltitudine di manifesti e bandierine apparvero un po' ovunque . . . si assiste' all'assedio della sede del governo a Zhongnanhai ed alla occupazionde della piazza di Tien An Men, cosi' come anche di molte altre manifestazioni di grandi proporzioni. Disordini seri . . . . si abbero a Xian, Changsha, Chegdu e molte altre citta' . . . le rivendicazioni erano:
- rivalutare meriti ed errori di HU Yaobang . . .
- rinegare la lotta al "liberalismo borghese" . . .
- Riabilitare le vittime di questa lotta . . .
IL 24 aprile i membri del comitato permanente dell'ufficio politico del CC, tennero una riunione sotto la presidenza di Li Peng (Zao Ziyang [nota: il segretario del partito in quel momento] era inviaggio in corea del nord).
Studiarono la situazione e arrivarono alla conclusione che il paese era in preda a moti antipartito ed antisocialisti.
. . .
il 25 aprile Deng tenne un discorso nel quale diede il suo appoggio incondizionato al Comitato P dell' UP del CC.

. . . qualche giorno dopo Zao Ziyang . . . dichiaro' che c'era un errore nel giudizio sulla natura del movimento e che occorreva correggere l'errore . . .
. . . il 4 maggio fece un discorso nel quale si scostava dalla posizione del comitato . . . dichiaro' che il movimento -non si oppone affatto la fondamento del nostri sistema di governo- . . . i fautori dei moti ripresero forza e determinazione . . . il 6 maggio ... dichiaro' che -non esiste nessun problema se ci sara' la descrizione della situazione da parte dei media- . . . il numero delle manifestazioni aumento' rapidamente nelle grandi citta' come in tutti i capoluoghi di provincia, ed anche in centri medi e piccoli"


Il in una conferenza organizzata dal Comitato P dell' UP del CC, presenti numerosissimi quadri di partito di diversi livelli, fu proposto di:

" Mettere fine rapidamente ai tumulti. Zao Ziyang si oppose a questa decisione, maniferstando quindi pubblicamente il suo disaccordo col partito".

Poi le cose sappiamo che sono andate come sono andate, appena Zao e' stato messo in minoranza.

Ma sappiamo anche che la foto che ritrae il ragazzo ed i carri armati e' consenguenza dal fatto che il partito in quel momento non sa che fare . . . e' tutt'altro che gramscianamente "Egemone".

Su una iniziativa spontanea e del tutto popolare, si determina una divisione all'interno del partito e un gruppo significativo di esso (tra cui il segretario) si trova a sostenere il movimento per la democrazia, visto soprattutto come strumento di lotta alla corruzione dei quadri.

Dopo avere vinto la partita ed avere destituito Zao Ziyang (che e' morto pochi anni fa), Li Peng si impegna a fare un "repulisti" non solo dei quadri "movimentisti", ma anche dei quadri giudicati "corrotti" (giustamente individuati come la causa della rivolta).
Per altro si constata che il partito, per la prima volta, "subisce" una iniziativa esterna.

Per essere egemoni occorre invece prevenire, non: rincorrere ed aggiustare.
Il problema certamente si ripresentera'.

Il movimento per la democrazia in Cina e' sempre piu' forte e del resto non si capisce per quale ragione Mao dovesse promuovere la liberta' di espressione, di organizzazione e di sciopero, mentre adesso dovrebbero essere vietati.
Con il crescere della coscienza civile (che cresce con l'aumento delle forze produttive) crescera' la rivendicazione di democrazia.

Zao Ziyang, a mio parere, su questo non vedeva male.



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leozaquini

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