Associazione per una Rivoluzione Democratica
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Introduzione di Maurizio Fratta

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Messaggio  Admin Gio 09 Apr 2009, 15:06

Non partirò ab urbe condita. Ormai voi tutti sapete che tra coloro che in occasione delle elezioni di Aprile propugnarono l’astensione dal voto, noi siamo quelli che hanno deciso di intraprendere un percorso per dare vita ad un nuovo soggetto politico plurale e democratico; con tutte le orze disponibili,aperto a tutte le persone che vogliono uscire dal recinto.

Sono trascorsi esattamente tre mesi infatti dal nostro primo incontro di Chianciano in Ottobre e la vostra partecipazione oggi è la dimostrazione di come altre realtà abbiano deciso di confrontarsi con noi per proseguire il cammino.

Nelle due riunioni tenutesi a Firenze in questi mesi, oltre al contributo di tutti coloro che hanno animato il dibattito, vorrei segnalare l’interesse che ancora una volta ci ha manifestato Giulietto Chiesa e gli esponenti della rete delle associazioni attive a Milano alcuni dei quali presenti ai nostri lavori.

Grazie ai rapporti sul piano internazionale tenuti da alcuni componenti del Comitato provvisorio dei 20 che ha organizzato l’incontro odierno ,anche gli esponenti del Nouveau Parti Anticapitaliste di Olivier Besancenot ci hanno manifestato attenzione e ci hanno invitato a partecipare al loro congresso di fondazione che si terrà nel mese di Febbraio a Parigi.
Il tema della crisi economica,sociale ,culturale ed ambientale sarà affrontato a breve dalla relazione di Leonardo Mazzei.

Ma prima di cedergli la parola non posso non dire dell’orrore che da settimane ci pervade per la condizione dei palestinesi di Gaza vittime di una spaventosa aggressione decisa dal governo di Israele. Vogliate scusare il riferimento a cose personali.
Nel 1967,quando, nella guerra dei 6 giorni, la potenza bellica di Israele sembrò incontrare il favore incondizionato dell’opinione pubblica italiana,fu un professore di Storia e Filosofia del liceo dove studiavo,lo stesso dove qualche decennio prima era studente Giorgio Napolitano ,ad aprirmi gli occhi .La causa profonda di quel conflitto era l’insediamento di una nuova popolazione su un territorio già occupato,insediamento non accettato dall’antica popolazione del luogo. Un insediamento “incontestabile quanto evidente,che si può giustificare- del tutto o in parte – ma non negare” per dirla con le stesse parole scritte poco dopo quegli avvenimenti da Maxime Rodinson ,storico orientalista figlio di un ebreo russo morto ad Auschwitz.
Nei giorni scorsi abbiamo manifestato a fianco dei palestinesi. Lo abbiamo fatto in decine di migliaia sfilando per le strade di Roma e lo abbiamo fatto riportando il pensiero di tutti coloro, ebrei e non ebrei,fuori o dentro Israele denunciano tale aggressione. Vorrei citare un articolo
di Albero Signorini pubblicato su primapagina ,il quindicinale di Chiusi che trovate in questa sala. Vorrei anche dire che se abbiamo apprezzato le parole di Massimo D’Alema, pronunciate ad Assisi, che riconoscono la legittimità di Hamas nel rappresentare il popolo palestinese, non siamo per nulla d’accordo con quelle del Capo dello Stato sul giudizio che dato proprio su quel
movimento politico e popolare. Per non parlare dell’intervista rilasciata a radio radicale dal ministro del governo,anzi che dico,del partito ombra, Piero Fassino che,sovvertendo la realtà dei bombardamenti su Gaza,
si chiedeva come si sarebbero comportati gli italiani se si fossero trovati loro al posto degli israeliani.
Riprendo la lettera aperta per gli ebrei italiani e per i loro amici di Franco Fortini del 1989, ripubblicata pochi giorni fa dal manifesto ,con il suo invito pressante a parlare ; perché,oggi come allora, denuncino l’assedio e non lo giustifichino “in nome di qualche cinismo real –politico e di qualche delirio nazionale o mistico”.
Del resto siamo convinti,così come abbiamo scritto nel documento che sta alla base del nostro incontro odierno ,che tra gli assi di riferimento del nuovo percorso rimanga centrale la lotta all’imperialismo statunitense ed il sostegno alle resistenze di tutti quei popoli esposti alle sue aggressioni e che l’interesse specifico del nostro paese sia quello di stabilire una rete di pacifiche relazioni con tutto il mondo arabo e musulmano perchè il Mediterraneo sia un
mare di pace.

Maurizio Fratta

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