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Sintesi intervento di Giulio Bonali (Piacenza)

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Messaggio  Admin Mer 25 Feb 2009, 12:59

Segnalo solo un punto di dissenso da parte mia dai documenti preparatori di questo incontro e dalla relazione di M. B.

Personalmente sono convinto che la sindrome “N.I.M.B.Y” non sia uno spauracchio ideologico delle classi dominanti (le quali ovviamente fanno il loro “mestiere” e pertanto lo usano anche come tale; ma non è solo questo).

Per me la sindrome “N.I.M.B.Y”, cioè la pretesa di scaricare su altre popolazioni politicamente o economicamente più deboli le conseguenze nefaste del proprio consumismo sfrenato, è anche e innanzitutto una delle più genuine espressioni dell’ estrema grettezza e meschinità, dello spirito di “arraffamento individualistico” a tutto scapito degli altri che è proprio dell’ attuale fase di “avanzata putrefazione” del capitalismo (mi scuso per questo lessico alquanto “vetero”).

Credo che idealizzare movimenti come quelli contro discariche e inceneritori in Campania o contro la TAV in Val di Susa, o contro la base di Vicenza (Dal Molin), considerandoli portatori di una autentica alternativa gli attuali iniqui e superati assetti sociali sia esattamente lo stesso identico errore, che è stato denunciato nella relazione iniziale, consistente nell’ idealizzare una mitica classe operaia intesa in termini che erano forse almeno in parte veri negli anni ’50-’70 ma che, come tale (in quei termini), non esiste più da tempo.

Credo che, al di là delle convinzioni e delle intenzioni soggettive di tanti ottimi compagni in essi impegnati (dei quali non intendo assolutamente mettere in dubbio i meriti, la bontà e il valore del lavoro che stanno svolgendo), quei movimenti siano oggettivamente egemonizzati da tendenze localistiche, volte semplicemente a scansare a scapito di altre popolazioni i costi di uno sviluppo distorto ed ecocida del quale non si é disposti a rinunciare agli effimeri ed inautentici “vantaggi” per sé (per esempio sono convinto che se la monnezza campana finisse in discariche o inceneritori di qualche paese povero dell’ Africa, se la TAV venisse fatta passare per qualche altra valle diversa o se la base americana fosse installata in qualche altra località -magari di qualche paese povero ex-socialista- quei movimenti si sgonfierebbero immediatamente, nella piena soddisfazione della stragrande maggioranza della “gente” -uso non a caso questo temine qualunquistico- che vi aderisce).

Il tutto in modo perfettamente organico allo stato di cose presenti ed alla sua conservazione.

Admin

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