Associazione per una Rivoluzione Democratica
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Da Aldo a Stefano e al gruppo Tecnscenza

2 partecipanti

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Messaggio  aldo zanchetta Lun 18 Mag 2009, 17:16

Caro Stefano

mi spiace dover replicare alla tua risposta riconfermando e rafforzando alcuni miei punti di disaccordo e spero di riuscire a rassicurare tutti, te per primo, che nella mia presa di posizione non c’è nulla di personale verso di te, persona verso la quale fin dall’inizio ho provato stima e simpatia, che riconfermo. Sarebbe triste per il nostro gruppo che una necessità che sento di chiarezza su alcuni punti dovesse essere interpretata come conflitto personale.

Nella tua risposta al mio intervento tu scrivi:

Ho letto la risposta di Aldo e mi dispiace che non sia soffermato neanche un po' sul contenuto del documento che ho sottoposto a tutti (e dal quale tra l'altro spero emerga il senso della mia osservazione a proposito del testo di Rossi) preferendo dilungarsi in una garbata reprimenda del mio modo "censorio" e "paternalistico" di coordinare i lavori.

A questo rispondo brevemente:

In realtà a proposito del tuo documento ho scritto : Ho letto con interesse l’ultimo documento di Stefano Isola condividendo la maggior parte del contenuto. Questo non mi sembra giustificare la tua affermazione sul fatto che non mi sarei soffermato neanche un po' sul contenuto del documento che ho sottoposto a tutti. Una esplicita dichiarazione di consenso complessivo non è il nulla. E se ho scritto maggior parte è perché alcune cose mi richiedono, per struttura mentale e poca prontezza di comprensione, riflessioni più lente non possibili ora.

Infatti scrivevo: “Una congiuntura personale non favorevole mi impedisce di dedicare il tempo a riprendere e commentare ora alcuni punti.” (Il neretto è di ora, non dello scritto originale). Ovviamente le “congiunture personali non favorevoli”, quali che siano, non sembrano essere una giustificazione accettabile in un contesto di “urgenza rivoluzionaria”, quindi ne accamperò una più sostanziale.

Una riflessione più accurata del tuo testo avrebbe anche potuto concludersi con un accordo pieno. Questa riflessione, ripeto, mi avrebbe richiesto un certo tempo, anche in considerazione della presa d’atto che i miei precedenti interventi hanno suscitato tutti una tua reazione critica (ometto di riportarli con le tue osservazioni, perché sono reperibili nel forum), anche là dove, come già detto, credo tu abbia fatto una interpretazione affrettata di quanto scrivevo. O, forse meglio detto, ho preso atto che non ero riuscito ad esprimere con chiarezza ciò che avrei voluto dire. Non ho una profonda preparazione filosofica che sembra invece necessaria per il livello di questo dialogo e forse uso parole con un significato diverso da quello loro più consono. Perciò mi ero pertanto ripromesso di riflettere più a lungo prima di esprimermi di nuovo più estesamente. Ciò che nelle presenti circostanze mi avrebbe richiesto di attendere almeno il superamento della sopra accennata congiuntura personale e il ritorno dal viaggio sudamericano. Infatti mi costa trovare il tempo per tornare ora a risponderti il più esaurientemente possibile ma lo faccio, anche se con difficoltà, perchè vorrei cercare di non lasciare un alone oscuro attorno alle mie parole.

In questo desiderio/opportunità/necessità di una più accurata riflessione risiedeva il senso dell’annunciata autosospensione, che adesso però diviene più radicale. Infatti tu sottolinei la necessità di “tempi non infiniti” (“Inoltre c'è un problema di finitezza e di concretezza: un dialogo "infinitamente aperto" implica un tempo infinito e questo evidentemente non ci è dato.”); ti sorprendi che abbia trovato il tempo per una reprimenda ma non per “soffermarmi sul contenuto del documento” (inesatto almeno in parte come sopra detto); stigmatizzi il “dialogare per dialogare” (mi pare che non avrebbe molto senso "dialogare per dialogare"), ciò che automaticamente svaluta tutto ciò che non corrisponde a un percorso unilateralmente stabilito. Certo, se il dialogo non è disponibilità a cercare di comprendere i motivi di una posizione diversa, o almeno di quella magari sua infima parte meritevole di accettazione, il dialogo è un cianciare per cianciare e quindi un inutile perditempo.

Con una contraddizione però, perché poi tu stesso poi dici: “Io credo che una parte importante del lavoro che ci aspetta sia proprio combattere quel "nervosismo", ovvero ristabilire uno sguardo critico e sereno su questi problemi. Ma la strada può essere lunga.“
Del resto la fretta rivoluzionaria ci ha già fregato una volta e ora scopriamo che pezzi del gruppo se ne vanno perchè ritenevamo che fosse già stato raggiunto un consenso profondo su punti su cui poi il consenso ovviamente non c’è. Forse Romanini qualche ragione l’aveva su questo.

Se ho interrotto il mio silenzio su certe perplessità su cui riflettevo e che avevo già formulato in maniera più tenue, dando la precedenza a un esauriente esame del tuo appena giunto documento, è dipeso dal fatto che tu abbia ironizzato con un “beati loro” testi come quello di Rossi, persona di spessore che evidentemente conosci poco. Questo mi fa chiedere a quale eletta e ristretta casta di “illuminati” pensiamo di rivolgerci e con chi pensiamo di dialogare in futuro. Mi immagino il mare di critiche che ti verrà di farmi (farci) per il modesto tentativo di dialogo rappresentato da Il cosmo infelice, dei cui limiti gli autori stessi sono consapevoli, sia per la ristrettezza di tempo ma sia soprattutto per aver voluto privilegiare la pluralità delle voci alla loro preventiva selezione al microscopio.

Come vedi pongo un interrogativo che va anche al di là del nostro gruppo di lavoro e riguarda le prospettive di Ard che mi pare molti stiano facendo il possibile per infilarci in un cul de sac autocontemplatorio.

Tu dici che io “ingiustamente” ti accuso di porre alt perentori. Riporto per memoria la tua risposta a Roberto Fondi che trovai inaccettabile e sulla quale intervenni in maniera assai soft ma apparentemente inutile. Credi che sulla base di queste tue parole si possa iniziare a costruire un dialogo collettivo? Ecco cosa scrivevi:

Per quanto la mia opinione possa interessarti, personalmente trovo il tuo post davvero irritante, già dal titolo.
Come in altre occasioni, ci infliggi la tua "corretta visione del mondo" fingendo di porla come punto di partenza di un confronto che di fatto dai già per concluso (tra l'altro ignorando puramente e semplicemente quanto gli altri stanno tentando di fare).
Non voglio assolutamente entrare nel merito delle osservazioni che fai sulla scienza, le correnti di pensiero, il substrato del mondo ecc, che trovo del tutto sconclusionate, affabulatorie e prive di qualunque ombra di argomentazione razionale, oltre che niente affatto originali.
[……]Secondo me Roberto, sei anche tu vittima di una sorta di volontà di potenza infantile,
vorresti essere filosofo senza filosofare, abbracciare il mondo senza sforzo (e in questo non c'è nulla di male) ma con la pretesa che quello che il tuo abbraccio ti dice sia anche la "scienza" a dirlo.
Io credo invece che il compito che abbiamo qui vada esattamente nella direzione opposta.
Per questo motivo personalmente non sono interessato ad iniziare una discussione su questi temi (almeno non in questa sede). (sottolineatura mia) Non solo, ma viste le forze davvero esigue con cui ci accingiamo a procedere, invito formalmente tutti i partecipanti a vincere, se mai si presentasse, la tentazione di esautorare la discussione con interi pezzi del proprio lavoro professionale.

Forse fra te e Roberto Fondi esistono rapporti personali tali che ti consentono questa franchezza, ma in questo caso sarebbe stato più opportuno una risposta privata più che pubblica.

Posso a questo punto aggiungere una ultima osservazione. In uno dei vari scritti che ora mi sarebbe difficile ritrovare tu stigmatizzavi le visioni olistiche della realtà. Un nuovo obstat ad altre concezioni senza motivazione accompagnatoria. Mi piacerebbe che quando esprimi un giudizio così tassativo su un problema non trascurabile si potesse capire:
a – quale senso stai dando alla parola che definisce la posizione che stigmatizzi : cosa intendi te con questa parola?
b – che tu esplicitassi il contenuto della tua critica
Questo proprio per evitare percorsi di deduzione equivoci e non interpretabili. Questo vale anche per il testo sugli Ogm che ho mandato per semplice conoscenza e che ancora una volta tu definisci come “confuso” senza però esplicitarne i motivi.

Concludo: ho sfogliato tutti i documenti scambiati in lista fino a oggi con i vari testi esterni di riferimento da Castoriadis, alla Arendt a Rossi a Bologna e relativi commenti. Tutti densi e importanti. Ad es ho valutato molto positivamente il testo di Badiale ma ho necessità di studiare per poter accettare in toto quello di Rossi.

D’altra parte mi chiedo quali siano le finalità del ns lavoro ai fini associativi. Quando Marino sottolineava che forse la base di accordo per creare un movimento di resistenza reale non dovesse essere troppo ampia ed estesa, mi sto rendendo conto che aveva ragione e non solo in questo caso. Nel caso di questo gruppo mi pare che una critica alla tecnoscenza - che mi sembra l’obbiettivo primo, tanto che questa parola è stata presa per definire il gruppo di lavoro – potrebbe essere motivata a sufficienza, almeno provvisoriamente, su basi meno perfezioniste (nel completamento che devo della risposta a Giulio tornerò su questo appena possibile, ma certo rapidamente), senza scomuniche a destra e a manca (gli olismi, gli spiritualismi, gli pseudoecologisti etc spesso interpretrati un po’ frettolosamente) lasciando a tempi più lunghi l’eventuale consenso sui sommi principi.

Con tutta e sincera umiltà prendo atto del mio grado di impreparazione e del mio stato mentale un po’ confuso e capisco che mi sia necessario un più serio studio per partecipare al dialogo in maniera realmente contributiva. Questo mi sarà forse possibile solo nei prossimi mesi estivi ma non ora. Nel frattempo non intendo rallentare il lavoro del gruppo. Trovare le tre ore non notturne necessarie a scrivere quanto sopra mi ha costretto a salti mortali e ad omissioni di impegni nella congiuntura, ripeto, in cui sono.

Trovo pertanto salutare per me e opportuno per il lavoro del gruppo non continuare a interferire nel dialogo in corso, e se non è ostativo resterei nel gruppo come “uditore” esterno. Vorrei perciò poter continuare a ricevere i vari messaggi sul forum. Da oggi cercherò di seguire il dibattito in cui mi impegnerò nuovamente in modo attivo se e quando me ne sentirò pronto. Non chiedo repliche a cui non potrei né vorrei ormai rispondere, e prego di non imbarazzarmi provocandomi ad altri scambi. Ho assoluta necessità di concentrarmi sulle mie priorità del momento.
Quindi resterei in ascolto attendendo le conclusioni dell’ elaborazione del documento per poi trarne le mie personali conclusioni.
Auguro in spirito di rispetto e amicizia reale un buon lavoro al gruppo
Aldo
L’estraneazione dal gruppo di lavoro non sottintende quello dall’Associazione.

aldo zanchetta

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Messaggio  stefanoisola Lun 18 Mag 2009, 18:32

Caro Aldo e cari viandanti,

mi pare che ci stiamo avvitando in una spirale autoreferenziale
in cui ogni tentativo di "chiarificazione" si traduce quasi malignamente
in una maggiore incomprensione e confusione.
Per quanto mi riguarda vorrei evitare in tutti i modi che questo
ci porti anche solo a rischiare di rovinare la ricchezza
di relazioni personali che in un modo o nell'altro si sono create strada facendo.

Pertanto rinuncio ad ogni ulteriore replica e rinnovo l'invito ad un incontro de visu,
scegliendo con calma una data conveniente per tutti (Aldo compreso spero).

Una possibilità potrebbe essere a fine giugno a Lucca, a latere o immediatamente dopo il seminario
"Quale scienza per quale società" del 26/27.

Saluti a tutti, Stefano

stefanoisola

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Da Aldo a Stefano e al gruppo Tecnscenza Empty da Aldo

Messaggio  aldo zanchetta Lun 18 Mag 2009, 20:37

Stefano

mi spiace molto che tu prenda la mia nota come autoreferenzialità. La nostra comprendione è evidentemente assai difficile.

In ogni caso i rapporti personali non corrono alcun pericolo.

Cordialmente

Aldo

aldo zanchetta

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Messaggio  stefanoisola Lun 18 Mag 2009, 20:43

scusa Aldo, ma "autoreferenzialità" si riferisce evidentemente al "noi",
cioè al discorso collettivo che non riusciamo a dipanare...

ce la facciamo ad incontrarci prima o poi ?

stefanoisola

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