Associazione per una Rivoluzione Democratica
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biologia e capitale: risposta a francesco marzorati

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Messaggio  stefanoisola Dom 08 Mar 2009, 01:56

"porsi e porre domande partendo da sé su ciò che accade nel mondo al fine di agitare le coscienze/intelligenze sopite" mi sembra una buona direzione da percorrere.

Si tratta appunto di porre domande partendo da ciò che realmente riteniamo
non più sopportabile.

Ma proprio per questo non credo che, per quanto riguarda il lavoro che siamo chiamati a svolgere ora, sia utile istituire corsi di biologia, di geografia economica o di altre discipline. Se mai arriveremo al punto di istituire come associazione vere e proprie strutture formative vorrà dire che saremo già nella pars costruens della rivoluzione democratica, dopo aver smantellato almeno qualche pezzo
del sistema di dominio capillare cui siamo assoggettati.

Ma ora stiamo avviando la pars destruens, cioè la costruzione di una linea di difesa della vita che richiede innanzitutto un lavoro di critica e di sperimentazione.

Riguardo alla biologia e alle biotecnologie ad esempio, si tratta di un aspetto
centrale ma che va innanzitutto criticato nelle sue implicazioni sociali, cioè come
fronte di avanzamento della potenza tecnica ed economica della società capitalistica attuale. La possibilità di manipolare la sostanza stessa degli esseri viventi, di ridurre la vita in pezzi variamente ricomponibili e rivendibili separatamente con il pretesto di "curare le nostre malattie", sempre più numerose e pericolose in un ambiente inquinato e disorganizzato; la possibilità di ricostruzione sintetica di esseri viventi
"riprogrammati" per rispondere ai "nostri bisogni" alimentari, sanitari ecc, bisogni ai quali sempre meno siamo in grado di sopperire da noi stessi perché i mezzi necessari vengono di fatto confiscati (legislazioni e monopoli sui prodotti agro-alimentari e farmaceutici, ecc); tutto questo costituisce uno dei fronti più imponenti
del nuovo ciclo di espansione capitalistica.
La volontà di ridurre tutto ciò che è vivente allo stato di cosa o di macchina, di oggetto trasformabile e riproducibile tecnologicamente, non ha ovviamente nulla a che fare con il "progresso delle conoscenze della vita" (vedi la propaganda associata al Progetto Genoma): la tecnoscienza non ha alcun bisogno di elevarsi fino alla comprensione della vita, gli è perfettamente sufficiente abbassare quest'ultima
al rango di macchina distruggendone l'unità organica per fare di ciascuno dei suoi elementi separati merce vendibile.

Io penso che una seria analisi critica di questi aspetti, analisi in cui ciascuno di noi
ovviamente porta le sue conoscenze e i suoi interessi, possa essere un contributo
rilevante al nostro progetto.

A questo titolo vari libri e articoli di André Pichot sarebbero di aiuto
(vedi bibliografia in http://fr.wikipedia.org/wiki/André_Pichot ).
Forse anche il libro di Marcello Cini, Il supermarket di Prometeo (Torino 2007)
(io non l'ho ancora letto).
Vi sono poi alcuni siti (nessuno serio in italiano a quanto ne so), ad esempio:
http://biotech.indymedia.org/
http://www.etcgroup.org
Dalla parte del "nemico" un libro utile sia dal punto di vista delle tecniche che dell'ideologia è Gregory Stock, Riprogettare gli esseri umani (trad. it. orme editori)

stefanoisola

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